Il riconoscimento internazionale della Palestina è ulteriormente cresciuto in questi ultimi mesi, come avevamo previsto un paio di anni fa, nonostante la mancata approvazione da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 30 dicembre 2014 della risoluzione S/2014/916 per porre fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi entro il 2017 lungo i confini stabiliti nel 1967.

Il 13 ottobre 2014 il Parlamento del Regno Unito chiede al proprio Governo di riconoscere lo Stato di Palestina, il 30 ottobre 2014 il Governo della Svezia riconosce lo Stato di Palestina, il 18 novembre 2014 il Parlamento della Spagna chiede al proprio Governo di riconoscere lo Stato di Palestina, seguito il 2 dicembre 2014 dal Parlamento della Francia, il 10 dicembre 2014 dal Parlamento dell'Irlanda e il 12 dicembre 2014 dal Parlamento del Portogallo ed infine il 17 dicembre 2014 il Parlamento Europeo sostiene in linea di principio il riconoscimento dello Stato palestinese.

Il 19 dicembre 2014 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approva la risoluzione 69/241 che riafferma la sovranità permanente del popolo palestinese nei Territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, e della popolazione araba nel Golan siriano occupato sulle loro risorse naturali e il 2 gennaio 2015 la Palestina è riconosciuta come Stato membro della Corte Penale Internazionale.

L'attuale situazione frutto della mentalità coloniale, come abbiamo affermato alcuni mesi fa, può trovare soluzione solo grazie alle riparazioni.

Colonialism Reparation chiede che alla Palestina venga accordato lo status di Stato membro dell'ONU e che Israele, insieme agli Stati Uniti d'America, al Regno Unito e alle altre potenze coloniali dell'epoca, presenti scuse e risarcimenti alla Palestina per la colonizzazione attuale e passata permettendo così una veloce ripresa dei territori palestinesi da decenni di soprusi.