Giornata internazionale per le riparazioni

Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo posò il piede sul cosiddetto "Nuovo Mondo", dando inizio ad un ciclo di occupazioni, violenze, genocidi e schiavitù: la Colonizzazione.

La Colonizzazione fu un fenomeno globale: non c'è praticamente paese al mondo che non sia stato colonizzato o colonizzatore, talvolta entrambi come nel caso degli Stati Uniti. La Colonizzazione è uno dei fenomeni che più hanno sconvolto l'umanità lasciando profonde e durature tracce in tutti i continenti. Queste conseguenze sono di tipo

  • demografico: sono decine e decine di milioni le persone che furono, a seconda dei casi, sterminate, deportate, vendute o costrette ai lavori forzati.
  • politico: in Africa, America, Asia e Oceania intere città, regni ed imperi sono scomparse del tutto. Le comunità tradizionali sono state progressivamente disgregate e sottomesse alla dominazione europea.
  • economico: l'intero tessuto economico delle società colpite è stato brutalmente smantellato. Con il saccheggio dei raccolti le carestie divennero più frequenti. Privati delle proprie risorse, i popoli colonizzati furono sprofondati permanentemente in uno stato di povertà cronica.
  • culturale: la Colonizzazione ha distrutto innumerevoli civiltà, lingue, culture e religioni. Le popolazioni colonizzate hanno sovente perso le proprie radici, la propria identità. L'immagine sociale dei non-europei, oramai degradata, ha favorito l'elaborazione di teorie razziste, alimentando violenze e discriminazioni di ogni genere.
  • ecologico: saccheggiando milioni di ettari di foreste, introducendo tecnologie al solo servizio del profitto e di una visione produttivistica, la colonizzazione ha sperperato le risorse naturali, inquinato intere regioni e reso fragile l'ambiente e la salute. Ha contribuito a sregolare gli ecosistemi, il cui effetto più catastrofico è l'aumento del riscaldamento del clima.

Cominciata sul finire del XV secolo, la Colonizzazione è durata parecchi secoli e dura ancora oggi in forme moderne (imperialismo, sfruttamento minerario, accaparramento di terre, interventi militari, ecc.).

Quando un torto viene commesso, deve essere riparato. Se si riconosce che la Colonizzazione è stata all'origine di crimini di massa, allora deve esserci riparazione. Se si rifiuta la riparazione, allora si nega il carattere criminale dei crimini coloniali.

Ecco perché presentiamo con forza la richiesta di riparazione come esigenza non negoziabile. Dall'inizio della Colonizzazione, che risale ormai a più di cinque secoli fa, uomini e donne si battono contro di essa e chiedono giustizia.

Che si tratti del genocidio nelle Americhe, della tratta transatlantica, della colonizzazione in Africa, Asia o Oceania, personaggi illustri come Condorcet, Callie House, Martin Luther King, Malcolm X, Frantz Fanon, Desmond Tutu e Wole Soyinka hanno difeso il principio stesso della riparazione.

La conferenza dell'ONU a Durban nel 2001 ha rinforzato la mobilitazione dei popoli: sono oramai coinvolti gli Stati ed anche le organizzazioni regionali. La domanda è ormai dibattuta all'Unione Africana, alla Caricom, in numerosi paesi in America, Africa, Asia, Oceania ed Europa. Certi Stati hanno cominciato a mettere in atto politiche di riparazione.

In questo 12 ottobre 2013, noi lanciamo insieme la Giornata internazionale per le riparazioni legate alla Colonizzazione. Approvata ed appoggiata dall'Assemblea di convergenza "Per finirla con il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni che sono le basi del colonialismo" del Forum Sociale Mondiale che si è tenuto a Tunisi a marzo 2013, questa iniziativa permetterà di dare più vigore e visibilità alle azioni intraprese su questo tema: l'unione fa la forza, questo è il nostro credo.

Che si discuta sulla modalità della riparazione, certo. L'importante però è che venga messa in pratica al più presto, concretamente, questa giornata che intendiamo oramai celebrare ogni anno, e che avrà come scopo quello di far aumentare la giustizia nel mondo. Non si tratta solo del passato ma delle sue conseguenze attuali, e di tutte quelle potenziali a futuro, ostacolate oggi dal peso del passato e dalle nuove forme di dominazione imperialista.

Noi invitiamo perciò le cittadine, i cittadini, le ONG, i popoli e i governi a cogliere questa data simbolica e a mettere in atto tutte quelle azioni capaci di far avanzare nel mondo la causa delle riparazioni (comunicati stampa, conferenze, esposizioni, campagne mediatiche, attività di strada, festival culturali, trasmissioni radiofoniche o televisive, decisioni politiche, ecc.).

I nostri genitori ed i nostri nonni si sono battuti per l'indipendenza e la libertà. A noi proseguire la lotta per ottenere giustizia.

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