Il 30 agosto 2008, dopo decenni di trattative, il Primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, incontra il Leader della Rivoluzione libica, Mu'ammar Gheddafi, a Bengasi dove firmano il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista. L'Italia si impegna così a pagare nei prossimi venti anni cinque miliardi di dollari di risarcimenti alla Libia per il passato coloniale. Nella stessa occasione l'Italia restituisce alla Libia la statua della Venere di Cirene.
Il 6 febbraio 2009 il Parlamento italiano promulga la legge 7/2009 che ratifica e dà esecuzione al Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione.
Il 1 marzo 2009 il Congresso generale del popolo libico ratifica a sua volta il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione.
Il 2 marzo 2009 con lo scambio delle ratifiche tra Berlusconi e Gheddafi a Sirte il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione entra ufficialmente in vigore.
Il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione prevede all'articolo 8 che "[...] l'Italia, sulla base delle proposte avanzate dalla Grande Giamahiria e delle successive discussioni intervenute, si impegna a reperire i fondi finanziari necessari per la realizzazione di progetti infrastrutturali di base che vengono concordati tra i due Paesi nei limiti della somma di 5 miliardi di dollari americani, per un importo annuale di 250 milioni di dollari americani per 20 anni [...]" in modo da, come previsto nel Preambolo, "[...] chiudere definitivamente il doloroso "capitolo del passato", per il quale l'Italia ha già espresso, nel Comunicato Congiunto del 1998, il proprio rammarico per le sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione italiana, con la soluzione di tutti i contenziosi bilaterali [...]".
Mentre sul piano del risarcimento del passato coloniale il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione è considerato come un esempio, forti, motivate e corrette sono state le critiche riguardo alla cooperazione dei due paesi nel contrasto all'immigrazione irregolare tra cui quelle dell'ASGI, degli autori del film "Come un uomo sulla terra", dei missionari comboniani, di Fortress Europe.
Il 10 giugno 2009 il Leader della Rivoluzione libica Mu'ammar Gheddafi effettua la sua prima visita ufficiale in Italia incontrando il Presidente delle Repubblica italiana Giorgio Napolitano e dichiarando, secondo il quotidiano la Repubblica del 10 giugno 2009, che [...] "L'Italia di oggi non è più quella di ieri" [...] "con estremo coraggio" ha ammesso le sue colpe, ha accettato di dare un "segnale di condanna del suo passato" di fronte alle richieste libiche di scuse e di indennizzi. [...] Ha ribadito che non c'è un "controvalore" per quello che "l'Italia coloniale ha commesso contro il popolo libico", ma "si è voltata la pagina del passato" e - ha affermato - sono le vostre "scuse" che "mi hanno permesso di poter venire oggi qui". [...]
Il 26 febbraio 2011 il Ministro della difesa italiano Ignazio La Russa dichiara che "[...] di fatto il trattato Italia-Libia non c'è già più, è inoperante, è sospeso. Per esempio gli uomini della Guardia di Finanza, che erano sulle motovedette per fare da controllo a quello che facevano i libici, sono nella nostra ambasciata [...]".
Il 26 agosto 2011 il Ministro degli affari esteri italiano Franco Frattini dichiara che "L'Italia ha un ruolo che conserverà in Libia. Quando le condizioni lo consentiranno, il trattato di amicizia riprenderà vigore: le nuove autorità libiche hanno già chiaramente detto di volerlo onorare, di volerlo applicare, e così sarà". A giudizio di Frattini, sarà applicato "per le collaborazioni di tipo economico e per la collaborazione politica che si è stabilita, essendo l'Italia il secondo Paese europeo a riconoscere il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, che oggi è riconosciuto da decine di paesi in tutto il mondo"
Questa apparente sospensione del trattato coincide con le fasi salienti della guerra civile libica (il 26 febbraio 2011 viene approvata la risoluzione 1970 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che autorizza le prime misure internazionali nei confronti della Libia, mentre il 26 agosto 2011 Tripoli è ormai caduta in mano alle forze del CNT) e chiarisce una volta di più i reali interessi del Governo italiano.
La massiccia campagna di bombardamenti coordinata dalla NATO ha ampiamente superato il mandato stabilito dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e ha influenzato in modo determinante la guerra civile libica verso un esito favorevole per i ribelli, legati alle ex potenze coloniali.
L'Italia poi con la partecipazione ai bombardamenti si trova in una situazione doppiamente illegale, dato che è legata alla Libia anche dal Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione che prevede, oltre al risarcimento per il passato coloniale, un patto di non aggressione.
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