Colonialism Reparation si oppone alla ricolonizzazione della Libia da parte delle potenze occidentali.

La massiccia campagna di bombardamenti coordinata dalla NATO ha ampiamente superato il mandato stabilito dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e ha influenzato in modo determinante la guerra civile libica verso un esito favorevole per i ribelli, legati alle ex potenze coloniali.

L'Italia poi con la partecipazione ai bombardamenti si trova in una situazione doppiamente illegale, dato che è legata alla Libia anche dal Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione che prevede, oltre al risarcimento per il passato coloniale, un patto di non aggressione.

Se, come ha affermato il Presidente francese il primo settembre 2011 a chiusura della "Conferenza di sostegno alla nuova Libia", “gli interventi in Costa d'Avorio e in Libia sono l’inizio di una politica che, con l’autorizzazione dell’Onu, mette la forza militare al servizio della protezione dei popoli che rischiano di essere martirizzati dai loro dirigenti”, Colonialism Reparation auspica che il Consiglio di sicurezza dell'ONU non autorizzi più interventi simili. Solo favorendo la supremazia della "forza del diritto" sul "diritto della forza" la protezione dei popoli sarà effettiva e non una semplice scusa per la protezione dei propri interessi.