Algeria - Francia
Il 7 febbraio 2010 centoventicinque deputati del Fronte di Liberazione Nazionale depositano alla Assemblea popolare nazionale, la Camera bassa del Parlamento algerino, un progetto di legge per condannare la colonizzazione francese. Il 21 febbraio 2010 il Primo ministro Ahmed Ouyahia riceve la visita del Segretario generale del Presidente francese Claude Guéant, considerato il coordinatore della politica africana dell'Eliseo, per un'udienza sulle relazioni algerino-francesi. Nei mesi successivi il governo algerino non dà il proprio assenso affinché il progetto di legge venga discusso e votato.Il 25 settembre 2010 il Presidente dell'Assemblea popolare nazionale Abdelaziz Ziari dichiara che il progetto di legge non è all'ordine del giorno della sessione attuale né probabilmente di quella successiva.
Non partecipazione al referendum Kanaky - Nuova Caledonia
Il 4 novembre 2018 si è svolto il primo dei tre referendum sull'indipendenza, previsti dall'accordo di Numea del 1998, che ha visto la vittoria degli anti-indipendentisti con il 56,40 % dei voti.
Il 4 ottobre 2020 si è svolto il secondo referendum che ha visto la vittoria degli anti-indipendentisti con solo il 53,26 % dei voti.
Il 17 febbraio 2021 il Congresso della Nuova Caledonia elegge i membri del diciassettesimo Governo, in cui per la prima volta dal 1984 gli indipendentisti ottengono la maggioranza, che entra però in carica solo il 16 luglio 2021 dopo una settimana dall'elezione del Presidente Louis Mapou.
Il 2 giugno 2021 il Ministro degli oltremare Sébastien Lecornu, approfittando dell'accordo del sedicesimo Governo uscente della Nuova Caledonia a maggioranza anti-indipendentista, annuncia a nome del Governo francese che il terzo referendum si terrà il 12 dicembre 2021.
"A comporre la nuova mappa mondiale è quindi un mondo multipolare dove i valori universali vanno ripensati nella massima tolleranza per la diversità delle aspirazioni, degli strumenti e delle culture dei popoli. L’Occidente dovrebbe smettere di imporre la propria visione del buono e del bene sul resto del pianeta. Da questa condizione sine qua non dipende il futuro della pace mondiale che va costruito nei prossimi vent’anni… e che sta cominciando ad “accettare” il talebanesimo come ha dovuto “accettare” il sovietismo lo scorso secolo per poterne uscire."...
"Noi ci diciamo: 'E' una giusta riparazione che ci verrà fatta'. Perciò non accetteremo che l'aiuto ai paesi sottosviluppati sia un programma da 'suore di carità'. Quest'aiuto dev'essere la consacrazione di una duplice presa di coscienza, presa di coscienza da parte dei colonizzati che ciò è loro dovuto e da parte delle potenze capitaliste che effettivamente esse devono pagare.