La popolazione afroperuviana, oggi stimata in circa due milioni di persone (3% della popolazione del Perù), è stata oggetto di forme diverse di apartheid a partire dall'abolizione dello schiavismo nel 1856.
Il 7 dicembre 2009 la Repubblica del Perù con il decreto presidenziale 010/2009 ha "espresso le proprie scuse storiche al popolo afroperuviano per gli abusi, l'esclusione e la discriminazione commesse nei suoi confronti". Presentata durante una cerimonia presieduta dal Presidente della repubblica Alan Garcia Pérez e dalla Ministra per le pari oportunità e per lo sviluppo sociale Nidia Vilchez Sucra, la legge impegna il Governo peruviano attraverso il Ministero per le pari oportunità e per lo sviluppo sociale, in coordinamento con i settori competenti, a dettare politiche pubbliche specifiche per lo sviluppo del popolo afroperuviano.
Il 22 dicembre 2018 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la risoluzione 73/262 (Appello globale per un'azione concreta per l'eliminazione totale del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e dell'intolleranza collegata e l'applicazione integrale e il monitoraggio della Dichiarazione e del Programma di azione di Durban) in cui […] rallegrandosi per l'appello alle riparazioni indirizzato a tutte le ex potenze coloniali, conformemente ai paragrafi 157 e 158 del Programma di azione di Durban, per porre rimedio alle ingiustizie storiche dello schiavismo e della tratta degli schiavi, compresa la tratta transatlantica degli schiavi, […] incoraggia la Relatrice speciale […] a presentare relazioni al riguardo al Consiglio per i diritti umani e all'Assemblea Generale [...].
"Nel suo regno razionale su tutto il pianeta, la civiltà europea non ha dissolto la barbarie conquistando delle lontane steppe o dei nuovi deserti; l'ha introdotta all'interno di essa e si è lasciata vincere dal proprio processo di dissoluzione, irrigando della sua sabbia i propri deserti interiori."
Jean-François Mattéi, La barbarie intérieure, 1999