Il tema delle riparazioni al Forum Sociale Mondiale 2018 a Salvador de Bahia è stato trattato nel laboratorio Riparazioni al colonialismo (pagina 113), nell'Assemblea mondiale dei popoli, movimenti e territori in resistenza e nell'Agorà dei futuri. A queste attività hanno partecipato alcune centinaia di persone, molte delle quali rappresentanti di altre organizzazioni. E' stato fatto un punto della situazione sulle riparazioni in questi ultimi anni, cercando di individuare le azioni più promettenti per il prossimo futuro.
Nazioni Unite: il 1 gennaio 2015 è iniziato il Decennio internazionale per le persone di discendenza africana con l'inaugurazione il 25 marzo 2015 a New York nel quartier generale delle Nazioni Unite dell'Arca del ritorno, memoriale permanente per commemorare le vittime dello schiavismo e della tratta transatlantica. Il 29 gennaio 2016 il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite di Esperti delle persone di discendenza africana ha concluso una visita di dieci giorni negli Stati Uniti rinnovando l'incoraggiamento alle riparazioni per gli afroamericani discendenti dagli schiavi e il 27 febbraio 2017 ha concluso una visita di sette giorni in Germania invitandola a ricordare la propria parte nella storia del colonialismo, dello schiavismo e del genocidio e a utilizzare un approccio di giustizia riparatrice per andare oltre.
Giornata internazionale per le riparazioni: lanciata dall'Assemblea di convergenza Per finirla con il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni che sono le basi del colonialismo del Forum Sociale Mondiale 2013, viene celebrata annualmente il 12 ottobre. E' possibile aderire all'appello e/o organizzare azioni decentrate capaci di far avanzare nel mondo la causa delle riparazioni (comunicati stampa, conferenze, esposizioni, campagne mediatiche, attività di strada, festival culturali, trasmissioni radiofoniche o televisive, decisioni politiche, ecc.). Il suo riconoscimento a livello delle Nazioni Unite darà la giusta legittimità alle varie richieste di riparazioni proseguendo il percorso tracciato dalla Conferenza mondiale contro il razzismo (WCAR) di Durban e permettendo di accelerare il processo.
Richiesta di riparazioni per il genocidio dei nativi e lo schiavismo avviata nel 2013 dai membri della Comunità Caraibica (CARICOM): oltre agli interventi durante i Dibattiti generali annuali dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, hanno manifestato il proprio appoggio il 14 dicembre 2014 l'Alleanza Bolivariana per i popoli della nostra America - Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), il 27 gennaio 2016 la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) e il 4 giugno 2016 l'Associazione degli Stati Caraibici (ACS). A partire dal mese di aprile 2016 è iniziata una serie di eventi a staffetta sulle Riparazioni in collaborazione con i membri della CARICOM che prosegue tuttora, nel mese di agosto 2016 la Commissione CARICOM per le Riparazioni ha lanciato il proprio sito web e il 10 ottobre 2017 l'Università delle Indie Occidentali (UWI) ha lanciato il Centro di ricerca sulle riparazioni (CRR).
Richiesta di riparazioni per il genocidio Herero e Nama avviata nel 2006 dalla Namibia: il 1 luglio 2015 i deputati del gruppo Die Linke presentano la mozione Riconciliazione con la Namibia: riconoscere il Genocidio! che purtroppo viene respinta dal Parlamento tedesco il 17 marzo 2016. Dal 14 al 16 ottobre 2016 si è tenuto a Berlino il congresso Giustizia riparatrice dopo il genocidio e il 5 gennaio 2017 Herero e Nama hanno avviato un'azione legale collettiva presso il Tribunale federale di New York per ottenere riparazioni collettive e il diritto a essere presenti alle trattative in corso tra Governo tedesco e namibiano. Il 27 febbraio 2017 il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite di Esperti delle persone di discendenza africana ha concluso una visita di sette giorni in Germania ricordandole che i popoli Herero e Nama devono essere inclusi nelle trattative attualmente in corso tra Governo tedesco e namibiano. Il 24 aprile 2017 la Chiesa evangelica in Germania ha chiesto il perdono dei discendenti delle vittime del genocidio nell'allora Africa Tedesca del Sud-Ovest.
Richieste di rimpatrio dei resti e di restituzione dei tesori saccheggiati: il 27 luglio 2016 il Governo del Benin ha chiesto alla Francia la restituzione dei tesori saccheggiati durante la conquista del novembre 1892 purtroppo segretamente respinta dal Governo della Francia. Il 2 agosto 2017 la Fondazione per l'eredità culturale prussiana (SPK), che gestisce i musei tedeschi, ha annunciato l'avvio della ricerca delle origini di un migliaio di crani saccheggiati durante il colonialismo per decidere come gestirli, non escludendo la loro restituzione. Il 28 novembre 2017 il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di volere che entro cinque anni ci siano le condizioni per delle restituzioni temporanee o definitive del patrimonio africano in Africa. Il 18 dicembre 2017 decine di organizzazioni e centinaia di personalità hanno inviato una lettera aperta al Cancelliere tedesco Angela Merkel chiedendo in occasione del centenario della fine del colonialismo tedesco la restituzione dei beni culturali e il rimpatrio dei resti provenienti dall'Africa.