Colonialism Reparation si rallegra che il “Rapporto sulla restituzione del patrimonio culturale africano” commissionato dal Presidente della Francia raccomandi la restituzione definitiva dei tesori saccheggiati durante il periodo coloniale e chiede che tutti gli ex colonizzatori si muovano in questa direzione come primo passo della Riparazione dei danni del colonialismo.

Il 19 ottobre 2018, in anticipo di solo qualche settimana sulla prevista consegna del Rapporto sulla restituzione del patrimonio culturale africano, il Gruppo di dialogo Benin formato da alcuni musei di Austria, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia e da alcuni rappresentanti della Nigeria ha annunciato un accordo di stampo neocoloniale per prestare alla Nigeria i tesori saccheggiati nel 1897 durante la conquista del Regno del Benin (ora Nigeria), in modo da non doverli restituire effettivamente.

Il 23 novembre 2018 i professori universitari Felwine Sarr e Bénédicte Savoy hanno consegnato al Presidente della Francia Emmanuel Macron il “Rapporto sulla restituzione del patrimonio culturale africano. Verso una nuova etica relazionale” commissionato sei mesi prima. Il rapporto a pagina 24 leva ogni ambiguità riguardo alle restituzioni che devono essere definitive, a pagina 26 si interroga sulle motivazioni (saldare al minor costo possibile un pesante passato coloniale, usare lo spazio simbolico come strumento di soft power, inviare un messaggio alle diaspore africane in Francia, istituire una nuova etica relazionale tra i popoli, compiere un lavoro necessario sulla propria storia), a pagina 33 conferma il loro significato riparatore anche da noi sostenuto, a pagina 54 delinea un cronogramma per il programma di restituzioni, a pagina 61 propone la modifica del Codice del patrimonio per renderle possibili e durevoli e a pagina 73 sostiene una serie di attività divulgative nei confronti del pubblico per favorirne l'appropriazione popolare. Al termine dell'incontro il Presidente francese ha poi annunciato la restituzione senza ritardi al Benin di ventisei opere saccheggiate durante la conquista del novembre 1892 e proposto di riunire a Parigi nel primo trimestre 2019 l'insieme dei partner africani e europei per costruire insieme questa nuova relazione e questa politica di scambi.

Il 27 novembre 2018 il Ministro della cultura del Senegal Abdou Latif Coulibaly ha chiesto la restituzione di tutti i tesori del suo paese.

L'8 dicembre 2018 manifestazioni a favore delle restituzioni sono state organizzate a Berlino e Londra.

Il 13 dicembre 2018 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, su iniziativa della Grecia, la risoluzione 73/130 sul “Ritorno o restituzione dei beni culturali ai paesi di origine”, che dà continuità al pluridecennale lavoro dell'UNESCO sulle restituzioni.

Il 19 dicembre 2018 anche il Ministro della cultura e della francofonia della Costa d'Avorio Maurice Bandaman ha chiesto la restituzione di un primo lotto di centoquarantotto tesori, in attesa della costruzione di un museo di portata internazionale che possa contenere gli altri.

Il 2 gennaio 2019 il Ministro della cultura e dei media della Germania Monika Grütters ha dichiarato che “aspettare passivamente chi vuole le restituzioni non è il modo di elaborare il nostro passato coloniale. Dobbiamo noi stessi approcciare attivamente i discendenti”.

Colonialism Reparation si rallegra che il “Rapporto sulla restituzione del patrimonio culturale africano” commissionato dal Presidente francese raccomandi la restituzione definitiva dei tesori saccheggiati durante il periodo coloniale e chiede che tutti gli ex colonizzatori (Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Italia, ecc.) si muovano in questa direzione come primo passo della Riparazione dei danni del colonialismo.