Colonialism Reparation chiede, oltre ovviamente ad un immediato cessate il fuoco permanente, che alla Palestina venga accordato lo status di Stato membro dell'ONU e che Israele, insieme agli Stati Uniti d'America, al Regno Unito e alle altre potenze coloniali dell'epoca, presenti scuse e risarcimenti alla Palestina per la colonizzazione attuale e passata.

Il 26 febbraio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia conclude le udienze pubbliche e si ritira per deliberare riguardo il parere consultivo “Conseguenze legali derivanti da politiche e pratiche di Israele nel Territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est” richiesto il 30 dicembre 2022 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il 18 aprile 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite blocca nuovamente il tentativo della Palestina di diventare membro dell'ONU a causa del veto degli Stati Uniti e nonostante l'astensione di Regno Unito e Svizzera e il voto favorevole degli altri dodici membri.

Nelle settimane seguenti cresce quindi ulteriormente il riconoscimento internazionale della Palestina con l'aggiunta di Barbados, Giamaica, Trinidad e Tobago e Bahamas arrivando a 143 dei 193 Stati membri dell'ONU e innumerevoli manifestazioni di sostegno in tutto il mondo.

Il 10 maggio 2024 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approva la risoluzione ES-10/23 che rinforza i diritti della Palestina come Stato osservatore ed esorta il Consiglio di Sicurezza a riconsiderare favorevolmente la richiesta della Palestina, per poter ottenere la condizione di membro a pieno titolo.

Colonialism Reparation chiede, oltre ovviamente ad un immediato cessate il fuoco permanente, che alla Palestina venga accordato lo status di Stato membro dell'ONU e che Israele, insieme agli Stati Uniti d'America, al Regno Unito e alle altre potenze coloniali dell'epoca, presenti scuse e risarcimenti alla Palestina per la colonizzazione attuale e passata permettendo così una veloce ripresa dei territori palestinesi da decenni di soprusi, come già chiesto a marzo 2015.