Durante gli anni 2010 il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista (ormai Stato della Libia) rimane in apparente sospensione, con gli esperti di diritto internazionale che si chiedono cosa ne resti e quale sia la sua effettiva rilevanza.

Il 6 aprile 2021 il Primo ministro ad interim della Libia Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh auspica, durante l'incontro con il Presidente del Consiglio dei ministri dell'Italia Mario Draghi a Tripoli, “la riattivazione dell'Accordo dell'amicizia firmato nel 2008 per la Libia, in tutti i suoi aspetti”. E proprio dal 2021 riprendono le attività, come si evince a pagina 489 dell'Appendice alla Nota illustrativa sulle leggi pluriennali di spesa in conto capitale a carattere non permanente del Documento di economia e finanza 2023, anche se la maggior parte della somma risulta finora solo accantonata e l'onere totale è pari solo a metà circa dei cinque miliardi di dollari americani previsti all'articolo 8 del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione.
 
Il 18 gennaio 2024 la Commissione mista paritetica prevista dall'articolo 9 del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione si incontra a Roma e l'Italia avrebbe in quell'occasione confermato il rispetto delle misure riparatorie previste dal Trattato stesso.

Il 4 settembre 2024 i Presidenti dell'Egitto Abdel Fattah al Sisi e della Turchia Recep Tayyip Erdoğan si incontrano ad Ankara, proseguendo il percorso di avvicinamento iniziato nei mesi scorsi con l'incontro al Cairo e prospettando un possibile riavvicinamento tra i diversi protagonisti della vita politica, economica e militare libica, nonostante il blocco delle esportazioni petrolifere delle scorse settimane.

Colonialism Reparation chiede che l'Italia rispetti il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione presentando scuse sincere e risarcimenti congrui alla Libia per il passato coloniale ed evitando manovre ricattatorie.