Il 29 gennaio 2024 il Consiglio dei ministri della Francia approva un progetto di legge costituzionale volto alla modifica del corpo elettorale per le elezioni al Congresso e alle Assemblee provinciali della Nuova Caledonia, per cercare di mantenere il controllo coloniale sul territorio Kanaky dopo la tenuta del referendum del 12 dicembre 2021, farsesca consultazione d'autodeterminazione senza la popolazione colonizzata.
Il 13 maggio 2024 il Congresso della Nuova Caledonia approva la risoluzione 405 chiedendo al Governo francese il ritiro del progetto di legge costituzionale volto alla modifica del corpo elettorale.
Il 14 maggio 2024 l'Assemblea nazionale approva il progetto di legge costituzionale, già approvato il mese precedente dal Senato, scatenando le proteste della popolazione kanaky repressa con violenza dalle forze colonizzatrici che arrivano fino alla deportazione di alcuni militanti indipendentisti.
L'8 giugno 2024 il Presidente dell'Union calédonienne Daniel Goa propone il 24 settembre 2024, centosettantunesimo anniversario dell'inizio della colonizzazione francese, come data per la dichiarazione d'indipendenza del Kanaky, mentre nei giorni seguenti il Presidente della Francia Emmanuel Macron annuncia la sospensione del progetto di legge costituzionale.
Anche negli altri territori non ancora autonomi proseguono le rivendicazioni indipendentiste, sia in quelli già presenti sulla lista delle Nazioni Unite come Sahrawi (Sahara occidentale), Fenua (Polinesia francese) o Guåhan (Guam) sia in quelli non ancora presenti come Boriken (Porto Rico), La reunion, Guadalupa, Martinica o Guyana francese.
Colonialism Reparation chiede che le Nazioni Unite, come previsto anche dal Quarto decennio internazionale per l'estirpazione del colonialismo (2021 - 2030), riconoscano l'indipendenza dei territori non ancora autonomi, aggiungendo alla lista gli ultimi residui degli ex imperi coloniali.