Il 13 aprile 1919 centinaia di indiani furono massacrati dalle truppe coloniali britanniche agli ordini del generale Reginald Dyer, il "macellaio di Amritsar". Ritenendo di dover incutere terrore per prevenire eventuali ribellioni in Punjab, il generale Dyer diede ordine di sparare sulla folla riunita per assistere ad un comizio a Jallianwala Bagh, un'angusta piazzetta della città, senza sparare colpi di avvertimento e fino ad esaurimento delle munizioni. Le truppe si ritirarono poi senza fornire alcuna assistenza medica ai feriti.

Durante il procedimento disciplinare nei confronti del generale Dyer da parte della "Commissione di inchiesta sui disordini" appositamente costituita dal Governo britannico in India non vennero presi provvedimenti perché le sue azioni erano state tollerate dai suoi superiori, anche se a seguito dell'inchiesta l'ufficiale venne sollevato dal comando il 23 marzo 1920 e si ritirò in pensione col grado di colonnello il 17 luglio 1920.

Il 20 febbraio 2013 il Primo ministro britannico David Cameron ha visitato il monumento ai caduti di Jallianwala Bagh descrivendo il massacro come "un evento profondamente vergognoso nella storia britannica", ma evitando di condannare l'accaduto, di presentare scuse ufficiali e di offrire un risarcimento ai parenti delle vittime. Inoltre la visita del Primo ministro britannico è avvenuta durante un viaggio che ha avuto come scopo principale lo sviluppo delle relazioni commerciali, tra cui la promozione del caccia multiruolo Eurofighter Typhoon.

Il 21 febbraio 2013 il Primo ministro britannico David Cameron ha poi dichiarato che il Regno Unito non intende restituire il diamante Koh-i-Noor, anche se l'India ne ha già chiesto la restituzione in svariate occasioni.

Colonialism Reparation chiede che il Regno Unito presenti scuse e risarcimenti all'India per il massacro di Jallianwala Bagh e per l'intero periodo di dominio coloniale britannico, restituendo anche i beni culturali sottratti durante il periodo coloniale.