Il 12 dicembre 1948, durante la cosiddetta Emergenza malese, una pattuglia dell'esercito britannico rastrellò una piantagione di alberi della gomma a Sunga Rimoh vicino al fiume Batang Kali massacrando, benché fossero disarmati, tutti gli uomini (24 persone, l'unico superstite fu ritenuto morto) e dando poi fuoco al villaggio.
Nel 1949 una prima inchiesta dell'esercito britannico scagionò tutti i soldati coinvolti.
Nel 1970 una seconda inchiesta della polizia britannica fu chiusa per mancanza di prove a seguito dell'intervento del Governo britannico.
Nel 1997 una terza inchiesta della polizia malese fu chiusa per mancanza di prove a seguito delle pressioni del Governo britannico.
Nel 2011 le richieste dell'Alta corte di Londra per il dibattimento processuale dei Mau Mau torturati dall'esercito britannico portano alla luce che molti documenti dell'epoca erano stati tenuti segreti e si arriva finalmente alla pubblicazione dei cosiddetti Archivi migrati.
Il 4 settembre 2012 l'Alta corte di Londra sentenzia che sarebbe molto difficile stabilire ora se il massacro di Batang Kali è stato deliberato e se l'uso della forza da parte dell'esercito britannico è stato sproporzionato.
Il 26 novembre 2013 è iniziato il processo di appello promosso dal Comitato dei parenti delle vittime del massacro di Batang Kali.
Colonialism Reparation appoggia la richiesta di scuse e risarcimenti del Comitato dei parenti delle vittime del massacro di Batang Kali e chiede che il Regno Unito, insieme al Portogallo e ai Paesi Bassi, presentino scuse e risarcimenti alla Malesia per l'intero periodo coloniale.