Nei cinquant'anni successivi all'indipendenza dell'Algeria la Francia non ha mai riconosciuto le proprie responsabilità per il genocidio coloniale e ha tentato di fermare le iniziative algerine che recentemente si sono mosse in questa direzione.

Il 7 febbraio 2010 infatti centoventicinque deputati del Fronte di Liberazione Nazionale avevano depositato alla Assemblea popolare nazionale, la Camera bassa del Parlamento algerino, un progetto di legge per condannare la colonizzazione francese.

Il 21 febbraio 2010 però il Primo ministro Ahmed Ouyahia riceveva la visita dell'allora Segretario generale del Presidente francese Claude Guéant, considerato il coordinatore della politica africana dell'Eliseo, per un'udienza sulle relazioni algerino-francesi. Nei mesi successivi il governo algerino non dava il proprio assenso affinché il progetto di legge venisse discusso e votato e il 25 settembre 2010 il Presidente dell'Assemblea popolare nazionale Abdelaziz Ziari dichiarava che il progetto di legge non era all'ordine del giorno della sessione attuale né probabilmente di quella successiva.

Il 26 dicembre 2011, a seguito della condanna francese del genocidio armeno, il Ministro dei veterani algerino Mohamed Chérif Abbas ha chiesto che il progetto di legge per condannare la colonizzazione francese presentato nel 2010 sia approvato dal Parlamento, dichiarando che “la richiesta di criminalizzazione del colonialismo è una rivendicazione del popolo algerino e lo resterà dato che la Francia non si è ancora assunta ufficialmente le sue responsabilità”.

La colonizzazione francese dell'Algeria, che termina con la guerra d'indipendenza, è stata una delle più brutali nella storia dell'Impero coloniale francese, con le vittime che si contano a milioni.

Colonialism Reparation chiede quindi che la Francia presenti scuse e risarcimenti all'Algeria per il genocidio coloniale.