A partire dal lavoro dello storico svizzero Hans Fässler il 16 giugno 2003 il Consiglio federale risponde all'interpellanza della deputata Pia Hollenstein riguardo alla partecipazione della Svizzera allo schiavismo e al commercio transatlantico di schiavi affermando che "la Svizzera non è stata mai una potenza coloniale e si è così differenziata fondamentalmente da queste a livello del commercio statale internazionale. Questo non nasconde il fatto che diversi cittadini svizzeri sono stati più o meno implicati nel commercio transatlantico degli schiavi, cosa di cui il Consiglio federale si dispiace nella prospettiva attuale. Come sottolinea il testo stesso dell'interpellanza, questi fatti sono conosciuti e sono stati evidenziati in diversi studi. La schiavitù ed il commercio degli schiavi hanno riguardato numerosi Stati. Il Consiglio federale è così del parere che i differenti aspetti delle domande relative al commercio di schiavi devono essere trattati a livello internazionale, includendo la partecipazione della società civile. È in questo spirito che la Svizzera ha sostenuto a Durban la Dichiarazione ed il Programma di azione della Conferenza mondiale contro il razzismo, in cui è particolarmente sottolineato che la schiavitù e la tratta degli schiavi, l'apartheid ed il genocidio costituiscono dei crimini contro l'umanità e sono delle importanti sorgenti e manifestazioni del razzismo e che il colonialismo ha condotto al razzismo (cf. § 13, 14 et 15 del Programma di azione; cf. in questo senso anche § 99 e ss. della dichiarazione). Ha espresso così chiaramente l'idea che era necessario confrontarsi in modo critico con le ingiustizie commesse all'epoca del colonialismo e della schiavitù. [...] Bisogna sottolineare che la Svizzera si impegna a trovare delle posizioni di mediazione tra gli Stati africani ed le ex potenze coloniali, per esempio alla Commissione dei diritti dell'uomo. In questo senso, la Svizzera partecipa ai due gruppi di lavoro istituiti dalla Commissione dei diritti dell'uomo per dare seguito agli impegni politici presi all'epoca della Conferenza mondiale contro il razzismo. Questi gruppi di lavoro includono degli esperti della società civile."

Il 31 maggio 2006 il Consiglio federale risponde all'interpellanza del deputato Josef Lang sulla Svizzera e la schiavitù affermando che "[...] la Svizzera ha partecipato a due gruppi di lavoro istituiti dalla Commissione dei diritti dell'uomo dell'ONU per adempiere agli impegni politici assunti in occasione della Conferenza mondiale contro il razzismo di Durban. Le attività di questi gruppi di lavoro hanno tuttavia mostrato che la questione della schiavitù non costituisce una priorità per gli Stati del terzo mondo. La loro attenzione è infatti focalizzata sulla lotta alle discriminazioni attuali. Nel quadro del Consiglio dei diritti umani dell'ONU e dei gruppi di lavoro e degli organi che il consiglio istituirà, la Svizzera continuerà a lavorare nello stesso spirito che l'ha guidata in occasione delle ultime sessioni della Commissione dei diritti dell'uomo dell'ONU: cercherà infatti di evitare i confronti e di incoraggiare i dialogo. Questo approccio potrebbe essere favorito dal fatto che l'istituzione del Consiglio dei diritti umani segna un nuovo avvio. La Svizzera si adopererà affinché tale approccio prevalga anche quando verranno trattate questioni concernenti la schiavitù. [...]"

Il 02 maggio 2007 il Consiglio federale risponde alla mozione del deputato Josef Lang sull'iniziativa svizzera per la riparazione dei danni causati dalla schiavitù affermando che "Alla fine del 2006, nell'ambito della terza Commissione della 61esima Assemblea generale dell'ONU è stata adottata una risoluzione, "Global efforts for the total elimination of racism" (sforzi globali per la totale eliminazione del razzismo), che prevede per il 2009 a New York la convocazione di una Conferenza d'esame otto anni dopo la terza Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza a essa legata (Durban 2001). Scopo della Conferenza è verificare la messa in atto della dichiarazione finale e del programma d'azione adottato allora. Partendo da questa base, nella terza sessione del Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU (29 novembre a 8 dicembre 2006) è stata adottata un'ulteriore risoluzione, "Preparations for the Durban Review Conference" (preparativi per la Conferenza d'esame di Durban) che prevede la nomina di un comitato preparatorio a tale scopo, che si riunirà più volte a Ginevra nel corso di quest'anno e del prossimo. La Svizzera segue attivamente le consultazioni e parteciperà anche alle riunioni del comitato. In tale ambito si presenterà l'occasione per esaminare la questione della necessità e dell'opportunità per il nostro Paese di un ruolo di mediatore concernente "elaborazione e riparazione dei danni causati dalla schiavitù e dalla tratta degli schiavi". [...]"

A partire dalla campagna Rentyhorn il 12 settembre 2007 il Consiglio federale risponde alla mozione del deputato Carlo Sommaruga sul togliere dal piedistallo Louis Agassiz e restituire la dignità allo schiavo Renty affermando che "Louis Agassiz è stato un grande geologo e zoologo ed è giusto riconoscergli questo merito. D'altro canto ha sostenuto idee razziste senz'altro deplorevoli anche secondo il paradigma interpretativo razziale del tempo. L'attuale Consiglio federale non ha dubbi nel condannare il suo pensiero razzista. [...] All'inizio del XIX° secolo l'Agassizhorn e le cime attigue, che non avevano ancora un nome, sono state battezzate con i nomi dei pionieri della ricerca sulle Alpi. Questi nomi sono nel frattempo entrati nell'uso comune e non vi è ragione di modificarli. L'onore accordato in questo modo a Louis Agassiz non inficia l'opportuna riflessione critica sulle sue teorie razziste. Non rientra nelle competenze né della Confederazione né dell'Ufficio federale di topografia battezzare o ribattezzare le cime delle montagne o altri oggetti geografici. Questo compito è svolto dai cantoni in collaborazione con le commissioni di nomenclatura cantonali e i rispettivi comuni, che nel caso dell'Agassizhorn e dell'Agassizjoch sono il comune vallesano di Fieschertal e i comuni bernesi di Grindelwald e Guttannen. [...]"

Per approfondimenti:

Attività parlamentari a livello nazionale e locale