[Riparazione del colonialismo] Newsletter 09/23

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 Giornata Internazionale per le riparazioni del colonialismo
 

Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo posò il piede sul cosiddetto "Nuovo Mondo", dando inizio ad un ciclo di occupazioni, violenze, genocidi e schiavitù: la Colonizzazione.

Quando un torto viene commesso, deve essere riparato. Se si riconosce che la Colonizzazione è stata all'origine di crimini di massa, allora deve esserci riparazione. Se si rifiuta la riparazione, allora si nega il carattere criminale dei crimini coloniali.

Ecco perché presentiamo con forza la richiesta di riparazione come esigenza non negoziabile. Dall'inizio della Colonizzazione, che risale ormai a più di cinque secoli fa, uomini e donne si battono contro di essa e chiedono giustizia.

Noi invitiamo perciò le cittadine, i cittadini, le ONG, i popoli e i governi a cogliere questa data simbolica e a mettere in atto tutte quelle azioni capaci di far avanzare nel mondo la causa delle riparazioni (comunicati stampa, conferenze, esposizioni, campagne mediatiche, attività di strada, festival culturali, trasmissioni radiofoniche o televisive, decisioni politiche, ecc.).

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Riparazione
del colonialismo

Per un Niger e un Gabon liberi

Il 18 agosto 2020, mentre la pandemia Covid-19 complica eventuali interventi stranieri, il CNSP (Comité National pour le Salut du Peuple) prende il potere in Mali in modo incruento e con l'appoggio popolare avviando un periodo di transizione verso un nuovo ordine costituzionale. Dopo una decina d'anni di presenza militare francese il 18 febbraio 2022 il Governo del Mali chiede il ritiro immediato delle operazioni militari europee a comando francese Barkhane e Takuba, che viene completato il 15 agosto 2022. Il 16 giugno 2023 il Governo del Mali chiede il ritiro immediato della missione militare della Nazioni Unite Minusma, che deve essere completato entro fine anno.

Il 5 settembre 2021, mentre la pandemia Covid-19 continua a complicare eventuali interventi stranieri, il CNRD (Comité National du Rassemblement pour le Développement) prende il potere in Guinea in modo incruento e con l'appoggio popolare avviando un periodo di transizione verso un nuovo ordine costituzionale. Dai mesi successivi al 2 ottobre 1958 (indipendenza dalla Francia) in Guinea non sono più state presenti forze militari di altri paesi.

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La fine dell'Impero

In questo numero della nostra rubrica vi proponiamo la lettura di due articoli “Opinione degli ospiti: modernizzazione non significa occidentalizzazione da un punto di vista storico” di Beat Schneider pubblicato su Xinhua e “Nessuna tregua per la Francia di fronte all'ascesa della 'nuova Africa'” di Pepe Escobar pubblicato su The Cradle riguardanti entrambi il nuovo mondo multipolare.
 
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