[Riparazione del colonialismo] Newsletter 09/17

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Focus su ...

Appello per la Giornata internazionale per le riparazioni

... Che si discuta pure delle modalità della riparazione, certo. L'importante però è che venga messa in pratica al più presto, concretamente e questa giornata che intendiamo oramai celebrare ogni anno avrà come scopo quello di far aumentare la giustizia nel mondo. Non si tratta solo del passato ma delle sue conseguenze attuali e di tutte le potenzialità future, ostacolate oggi dal peso del passato e dalle nuove forme di dominazione imperialista.

Noi invitiamo perciò le cittadine, i cittadini, le ONG, i popoli e i governi a cogliere questa data simbolica e a mettere in atto tutte quelle azioni capaci di far avanzare nel mondo la causa delle riparazioni (comunicati stampa, conferenze, esposizioni, campagne mediatiche, attività di strada, festival culturali, trasmissioni radiofoniche o televisive, decisioni politiche, ecc.)

I nostri genitori ed i nostri nonni si sono battuti per l'indipendenza e la libertà. A noi proseguire la lotta per ottenere giustizia.

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Riparazione

del colonialismo

 
 

Restituire per cominciare a Riparare

 

Negli ultimi decenni si è sviluppato il dibattito riguardo al rimpatrio dei resti e alla restituzione dei tesori saccheggiati durante il colonialismo, portando al fallimento di progetti di stampo neocoloniale come la Dichiarazione sull'importanza e il valore dei musei universali.

Il 27 luglio 2016 il Governo del Benin (2.4 Retour des objets précieux royaux emportés par l’armée française lors de la conquête de novembre 1892), con l'appoggio del Conseil Représentatif des Associations Noirs (CRAN), ha chiesto alla Francia la restituzione dei tesori saccheggiati durante la conquista del novembre 1892. Il 12 dicembre 2016 il Governo della Francia (lire: la lettre secrète et honteuse par laquelle le Quai d’Orsay a refusé la restitution des trésors du Bénin) ha segretamente rifiutato la restituzione dei tesori saccheggiati.

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La fine dell'Impero

Questa volta per la nostra rubrica è Occidente, dove stai andando? un articolo scritto da Johan Galtung e pubblicato su TRANSCEND International ad attrarre la nostra attenzione.

“… E l’allora Impero d’Oriente, l’attuale Europa? Non un novello impero, ma in semplice relazione aperta con l’islam, Cina e India, il Sud e l’Est in generale, mirando all’equità e all’armonia. C’è da fare un gran lavoro di discolpa; nella direzione battuta dall’Italia & Berlusconi. C’è molto su cui costruire, come gli aspetti positivi del Commonwealth e della Communauté. La Germania dovrà rifare la sua mancata “riconciliazione” dilettantesca con la Namibia per i genocidi prussiani del 1904 nell’allora Africa di SudOvest. Quello che ci vuole è uno – o magari una – statista di un certo spessore. Occasionalmente ne appaiono anche in Occidente.
Ciò risulterebbe in un Occidente molto diviso, con gli USA gradualmente intenti a colonizzare lo spazio esterno, e l’Europa in equità ed armonia col Resto. Senza ritorno tedesco nelle carte – niente Quarto Reich dopo il Primo, il Secondo e il Terzo – in quanto profondamente regionalizzata e globalizzata, come gli altri.” ...

 
 
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