[Riparazione del colonialismo] Newsletter 07/15

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Focus su ...

Namibia - Germania

Il 14 agosto 2004 a Okakarara in Namibia, alla cerimonia di commemorazione del centenario della resistenza degli Herero al proprio genocidio da parte delle truppe coloniali tedesche, il Ministro federale tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo Heidemarie Wieczorek-Zeul ha affermato che: [...] "Un secolo fa, gli oppressori - accecati dal fervore colonialista - divennero agenti di violenza, discriminazione, razzismo e annientamento nel nome della Germania. Le atrocità commesse a quell'epoca sarebbero chiamate oggi genocidio - ed oggi un generale Von Trotha sarebbe perseguito e condannato. Noi tedeschi accettiamo la responsabilità storica e morale e la colpevolezza dei tedeschi dell'epoca. E così, con le parole della preghiera del Dio che condividiamo, vi chiedo di perdonare i nostri peccati" [...]. Nonostante l'ammissione del genocidio Herero, sono quindi mancate scuse ufficiali.

A fine maggio 2005 il Ministro federale tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo Heidemarie Wieczorek-Zeul si dice disponibile a finanziare una "iniziativa per la riconciliazione" per un importo di venti milioni di euro in dieci anni, sostenendo che "Il processo di riconciliazione ora ha bisogno di più azione per rendere la riconciliazione più tangibile".

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Riparazione

del colonialismo

 
 

Commemorare per cominciare a Riparare

 

A partire dagli ultimi anni del secolo scorso diverse forme di commemorazione delle vittime del colonialismo sono state promosse in diversi paesi del mondo. Nel 1994 a Ouidah in Benin viene lanciato dall'UNESCO il progetto "La via dello schiavo" per rompere il silenzio sulla tratta degli schiavi e lo schiavismo, nel 1995 sempre a Ouidah in Benin viene inaugurata la "Porta del non ritorno" per commemorare le vittime della tratta atlantica, nel 2002 a Kingston in Jamaica viene inaugurato all'ingresso del Parco dell'emancipazione il monumento "Canzone della redenzione" con una coppia di neri che emergono trionfanti dagli orrori dello schiavismo e nel 2009 a Le Morne Brabant nelle Mauritius viene inaugurato il "Monumento internazionale La via dello schiavo" per commemorare le vittime della tratta indiana, solo per ricordare i principali.

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La fine dell'Impero

Questo mese vi proponiamo la lettura di un paio di articoli tratti da GEAB: “UE/UK/US – Unione, crollo, reinvenzione: La grande trasformazione sistemica dell’Occidente

...”il sistema mondiale che crolla sotto i nostri occhi era vecchio di 500 anni. Era nato dalle grandi scoperte del Rinascimento che hanno dato un vantaggio di 500 anni prima all’Europa e poi ai suoi avatar russi e americani a scapito di grandi civiltà preesistenti, come Cina o Iran. Oggi, questo mondo occidentale-centrato non esiste più, ed è lo stesso Occidente ad avere scatenato questa transizione: inventando la colonizzazione, poi la decolonizzazione, poi la colpevolezza post-coloniale, poi la cooperazione, poi i processi di integrazione regionale, poi la globalizzazione, poi Internet..., l’Occidente ha creato, e in un certo modo voluto, questa multipolarizzazione, che non ha quindi ragione di fare paura a qualcuno. È il momento di assumerci le responsabilità delle nostre politiche e dei nostri discorsi e di accettare di condividere il pianeta.”

... e “NATO, FMI, tensioni, divisioni, Grexit... Guardando al 2020: il ritorno delle guerre europee?”

...”I debiti privati sono stati trasformati in debiti sovrani che schiacciano gli Stati, e non solo la Grecia, ormai incapaci della minima azione di rilancio economico. Un risanamento forzato con un ritardo parziale e ponderato avrebbe di certo conseguenze spiacevoli per alcune istituzioni finanziarie parassite, ma alla fine sarebbe un mezzo per risanare il sistema – risanamento che è la chiave per uscire dalla crisi sistemica globale.”...

 
 
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