[Riparazione del colonialismo] Newsletter 09/20

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Aderisci all'Appello per la Giornata internazionale per le riparazioni

Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo posò il piede sul cosiddetto "Nuovo Mondo", dando inizio ad un ciclo di occupazioni, violenze, genocidi e schiavitù: la Colonizzazione.

Quando un torto viene commesso, deve essere riparato. Se si riconosce che la Colonizzazione è stata all'origine di crimini di massa, allora deve esserci riparazione. Se si rifiuta la riparazione, allora si nega il carattere criminale dei crimini coloniali.

Che si discuta sulla modalità della riparazione, certo. L'importante però è che venga messa in pratica al più presto, concretamente, questa giornata che intendiamo oramai celebrare ogni anno, e che avrà come scopo quello di far aumentare la giustizia nel mondo. Non si tratta solo del passato ma delle sue conseguenze attuali, e di tutte quelle potenziali a futuro, ostacolate oggi dal peso del passato e dalle nuove forme di dominazione imperialista.

Noi invitiamo perciò le cittadine e i cittadini, le ONG, i popoli e i governi a cogliere questa data simbolica e a mettere in atto tutte quelle azioni capaci di far avanzare nel mondo la causa delle riparazioni (comunicati stampa, conferenze, esposizioni, campagne mediatiche, attività di strada, festival culturali, trasmissioni radiofoniche o televisive, decisioni politiche, ecc.).

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Riparazione

del colonialismo

 I colonialisti stanno cadendo

Prosegue senza interruzioni la caduta dei simboli coloniali diventata virale con l'esplosione delle proteste antirazzismo a seguito della morte di George Floyd.

Nel Regno Unito si prosegue con l'erezione del monumento A Surge of Power (Jen Reid) 2020 a Bristol, con la rimozione del monumento a Thomas Picton a Cardiff e la rimozione del monumento a Hans Sloane a Londra.

Negli Stati Uniti si prosegue con la rimozione del monumento a Cristoforo Colombo a Columbus, con la rimozione del monumento a Cristoforo Colombo a San Antonio, ...

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La fine dell'Impero

" ... Negli ultimi mesi abbiamo detto che per sopravvivere gli Stati Uniti hanno bisogno delle dimissioni di Trump e di una rivoluzione nonviolenta, ma ciò non sembra arrivare presto. Molte amministrazioni cittadine sono candidati progressisti e progressisti del Congresso sono stati nominati, e alcuni eletti. Tuttavia, ciò, di per sé, non cambierà un sistema in cui il processo elettorale è per lo più nelle mani del potere economico. I sindaci progressisti e i candidati del Congresso dovrebbero essere sostenuti da movimenti di massa nei municipi, nelle riunioni cittadine e nelle strade se le priorità militari della società americana possono essere trasformate in una nuova unità nazionale che pone le priorità sull’uguaglianza razziale ed economica e sulla piena occupazione.
Ciò che sembra più probabile a breve termine è un rischio di guerra civile, come discusso in questo articolo su The Nation e questo video di Youtube. Ecco perché questo deve essere preso sul serio..." .


Tratto da "The crash of the American empire" di David Adams.

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